Difficile togliere il ciuccio. E lo è anche per noi mamme!
Avendo due figli, lo stress si moltiplica. Ho deciso in questi giorni dopo aver letto e googlato in lungo e in largo sul web, di metodi meno traumatici possibili, e soluzioni meno frustranti per loro.
Dopo tutta questa grande cultura su come togliere il ciuccio ai miei bimbi, mi prendo di coraggio e ingegno la storia di un folletto che toglie i ciucci in cambio di un bellissimo regalo. Questa vale per Matilde. Al piccolo Francesco racconto che è stato mangiato dal gatto.
Ora potreste pensare che con Matilde sarà stata una passeggiata, essendo più grande. E invece no.
Francesco alla mia storia ci ha creduto. Mi ha guardata negli occhi, solo come un figlio maschio può fare, e con gli occhi a cuoricino che sembravano volessero dirmi: “ mamma ti credo sulla parola, se lo dici tu, sarà senz’altro così”. Senza nessuna o quasi fatica.
Mi sono sentita una wonder woman.
Con Matilde tutta un’altra storia. E ve la racconto.
Lei a ottobre compirà 4 anni. Poco prima che nascesse Francesco era riuscita a togliere il ciuccio. Ma l’arrivo del fratellino le ha fatto tornare la voglia di riprenderlo. Non è stato facile, in quel periodo per lei, dividere le attenzioni della sua mamma. I capricci poi, non erano altro che forme di richieste di attenzioni più accentuate, e con queste anche la richiesta del ciuccio.
Matilde è una bimba piuttosto sveglia, è difficile prenderla in giro anche in questo caso, e del folletto che è venuto prendersi il ciuccio, in cambio di un maestoso castello per principesse, proprio non gliene frega niente.
È un delirio. Per lei, per me.
L’ora in cui ne sente la necessità maggiore è il momento in cui vorrebbe fare il pisolino pomeridiano, subito dopo aver pranzato.
Ieri ha avuto una crisi da astinenza ciuccio fortissima. Non l’avevo mai vista così nervosa. È stato devastante per me. Una voce dentro mi diceva: “ dalle il ciuccio” e un’altra: “resisti, non darle il ciuccio”.
Ha continuato per più di un’ora. Ha anche messo sottosopra la sua camera, talmente era arrabbiata. Io gliel’ho lasciato fare. Ho cercato di abbracciarla, di calmarla, di dirle di gridare ancora se la faceva stare meglio, ma vi giuro è stato estremamente difficile!
Alla fine è riuscita a calmarsi tra una coccola e l’altra. Stremata dalle grida, mi ha detto: “ mamma guardiamo un film insieme, ci mettiamo sul divano vicine, mi fai tanti grattini” ed io: “certo amore, tutti quelli che vuoi”.
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